domenica 11 agosto 2013

"LüNARIU BURG'ZAN": Camminavano, un tempo, i Santi a Borgotaro?

 
Nel dicembre del 1976, presso la sede dell'Ass. A. Emmanueli, si comincia a lavorare per preparare la prima edizione di "Ar lünariu burg'zan": quello del 1977.

Fin dalla prima uscita l'iniziativa si rivelò un successo. I borghigiani, però, si aspettavano una specie di "Sü e Zü pr'al Burgu", tradizionale numero unico di satira che, per altro, da anni non compariva.

"Ar lünariu burg'zan" era invece nato con altri scopi: quelli di divulgare, attraverso uno strumento di facile lettura, gli avvenimenti storici, il dialetto, le tradizioni, i proverbi. Un tentativo, insomma, per salvaguardare e tramandare una cultura che il progresso stava demolendo.

Da allora, piano piano, "Ar lünariu" è entrato nel cuore dei borghigiani, specialmente di quelli che sono lontani dal Borgo. Ne sono ormai state pubblicate 28 edizioni: oltre 600 articoli, più di 1000 tra foto, caricature e disegni.

Chi ha provveduto a far rilegare i vari numeri, si trova oggi a disposizione uno strumento prezioso composto di oltre 300 pagine che trattano di storia, dialetto, preghiere, poesie, ricorrenze, proverbi, personaggi, tradizioni, folclore. Questa rubrica vi permetterà di scoprire, volta per volta, alcuni miei articoli tratti dai lunari di varie annate.

Camminavano un tempo i Santi a Borgotaro?

Siamo nel 1950, per la storia sono gli anni della ricostruzione del nostro Paese. A Borgotaro c'è miseria: alle botteghe si acquista il minimo per vivere. Ciò che si acquista, di solito non si paga subito, van di moda i "libretti" sui quali il bottegaio segna l'importo di ogni acquisto.

Il pagamento, quando si può, viene rinviato al giorno di paga. Sono conti che si allungano e spesso passa qualche mese prima del saldo.

Antonino M. ha una famiglia pesante: 7 figli; lo stipendio è quello che è.

Gli acquisti di generi alimentari li effettua presso un noto alimentarista del Borgo: Domenico B.

Antonino M. usa il sistema del libretto: fa segnare e promette che pagherà.

Ma un giorno ci sono da acquistare le scarpe per il ragazzo, un altro la gonna alla figlia, un altro ancora i quaderni, insomma il saldo al bottegaio viene rinviato di mese in mese e la nota si allunga a dismisura. Passano alcuni mesi e, ogni giorno il bottegaio serve la la famiglia di Antonino M., ma soldi non se ne vedono.

Nasce qualche difficoltà nei rapporti. Domenico B. fa capire che se le cose continueranno ad andare così, non servirà più il cliente.

Interviene l'allora Arciprete di Borgotaro Mons. Giuseppe Nestori che dice al, bottegaio: "Continui pure a dare alla famiglia di Antonino M. ciò che chiede. Vedrà che questi soldi non li perderà".

Domenico B. continua a servire Antonino M., senza mai ricevere soldi.

Qualche mese dopo, in occasione della benedizione delle case, Monsignor Nestori passa nel negozio e dice: " Non mi sono dimenticato della situazione di Antonino M., continui pure a dargli ciò che chiede, vedrà che i soldi non li perderà.

Passa qualche mese e Monsignor Nestori muore.

Domenico B. pensa che i soldi di Antoniono M. non li avrà più.

Passa un altro po' di tempo e Mons. Nestori appare in sogno a Domenico B. e gli dice: "Faccia questo numero c'è un ammalato grave, telefoni subito". e gli passa un numero di quattro cifre.

Domenico B, il venerdì seguente, gioca due numeri al lotto ricavandoli dalla cifra sognata e vince una discreta somma. Li rigioca la settimana successiva e rivince.

Gli sovviene allora del conto in sospeso di Antonino M., prende il libretto e s'accorge che il totale delle due vincite corrisponde alla somma che il cliente gli doveva. Strappa il libretto e il mattino seguente quando Antonino M. si presenta per la spesa gli dice: "Il tuo conto è saldato, cominciamo da zero!"

(Il fatto è realmente accaduto, le sigle corrispondono a due persone ben note, ormai decedute e che abbiamo ritenuto opportuno non citare).

(Da: Ar lünariu burg'zan 1983)

A tanti anni di distanza, penso di poter rivelare il nome del bottegaio: Domenico Baruffa. E' stato lui a raccontarmi il fatto.

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